Attività
fisica ed effetti benefici
L’attività
fisica, come dimostrato da numerosi studi, se praticata costantemente nel tempo
e a un’intensità moderata comporta numerosi benefici tra cui possiamo citare il
controllo del peso corporeo grazie all’aumento del dispendio energetico,
aumento delle lipoproteine HDL, riduzione della pressione arteriosa, decremento
della frequenza cardiaca a riposo, riduzione dello stato infiammatorio e un
miglioramento della sensibilità periferica all’insulina.
La condizione
di eccesso ponderale, con il conseguente incremento della produzione di
citochine infiammatorie come IL-1, IL-6, TNF-α, da parte degli adipociti,
favorisce l’instaurarsi di uno stato infiammatorio cronico che determina la
comparsa di insulino-resistenza tipica del diabete.
Mentre l’attività fisica ha esattamente l’effetto
opposto riducendo lo stato infiammatorio, dimostrato dal decremento della PCR e
dall’aumento dell’adiponectina plasmatici 13. Oltre a
ciò, si è evidenziato che un allenamento di tipo aerobico è in grado di ridurre
le citochine infiammatorie IL-6 e TNF-α favorendo la perdita di peso 14.
Non si richiede lo svolgimento di un’attività
motoria di alta intensità per ottenere i benefici citati, anzi è idoneo uno
sforzo moderato costante nel tempo. Un allenamento pesante, oltre a risultare
pericoloso per i soggetti sedentari, determina la produzione maggiore di specie
reattive dell’ossigeno che tali individui non sono ancora preparati a smaltire.
É stato dimostrato che è sufficiente una dieta equilibrata e l’esercizio fisico
moderato per ottenere la migliore perdita di massa grassa viscerale,
preservando la massa magra.
Inoltre, nei soggetti non diabetici l'attività
fisica riduce la risposta agli stimoli stressogeni psicosociali, favorisce la
riduzione della depressione, aumenta l'autostima, riduce la perturbazione
emozionale associata ad eventi stressanti della vita. Questi benefici sono
supposti nel soggetto diabetico, però sono necessari futuri studi per
dimostrare l'efficacia dell'attività fisica sulle alterazioni psicologiche
tipiche della condizione e malattia diabetica.
…omissis…
Il paziente deve essere informato che
prima di ogni esercizio fisico il monitoraggio della glicemia è essenziale, in
quanto i livelli glicemici del diabetico sono spesso più difficili da tenere
sotto controllo quando si compie attività fisica. In relazione all'ora in cui
si svolge l'attività fisica, si possono verificare vari cambiamenti dei livelli
glicemici; per esempio, l'esecuzione dell'attività motoria nel tardo pomeriggio
può provocare una maggiore flessione negativa dei livelli glicemici rispetto a
quando la stessa attività viene eseguita prima o dopo la colazione. Se
possibile si dovrebbe incoraggiare il soggetto diabetico a programmare il suo
esercizio fisico per migliorare l'iperglicemia post-prandiale; quindi si
dovrebbe svolgere da 1 a
3 ore dopo il pasto, quando la glicemia supera i 100mg/dl; il momento più
favorevole potrebbe essere quello che segue la colazione.
Non bisogna iniziare l’attività fisica
se la glicemia è inferiore a 80 mg/dl, poichè il rischio di ipoglicemia è
certo, è consigliabile almeno assumere uno spuntino extra prima di mettersi in
moto; se la glicemia a digiuno è superiore a 300 mg/dl e sono presente i corpi
chetonici nelle urine, si consiglia di migliorare il controllo metabolico prima
di iniziare l'attività fisica.
I soggetti diabetici che fanno uso di
insulina devono ricordare che l'attività fisica può rendere più rapido
l'assorbimento dell'insulina nella sede dell'iniezione negli arti in movimento,
quando essa viene iniziata subito dopo un’iniezione dell’ormone. Quindi prima
dell'esercizio fisico la somministrazione è preferibile effettuarla in una zona
non coinvolta nell'attività motoria, ad esempio l'addome, al fine di rendere
minimo l'effetto dell'esercizio fisico sull'assorbimento dell'insulina stessa.
Essenziale è l'assunzione di acqua
durante l'esercizio fisico anche per il soggetto diabetico, infatti gli
individui in cattivo controllo metabolico sono particolarmente predisposti alla
disidratazione quando praticano l'attività motoria.
L'attività fisica, in particolare
quella sportiva, è uno degli elementi fondamentali per il buon controllo del
diabete. I benefici dell'attività motoria per i soggetti diabetici sono
notevoli, il compenso glicemico, il profilo lipidemico e il benessere generale
migliorano con un'attività regolare che abbia almeno la frequenza di 3 volte la
settimana. Per quanto riguarda in specifico i soggetti obesi si consigliano
almeno 5 sedute settimanali, vista la loro scarsa resistenza temporale.
Idealmente l'attività dovrebbe essere sia aerobica, sia isometrica.
Notevole rilevanza è l’informazione
del paziente sul controllo della glicemia, almeno per i primi tempi da
effettuare prima, durante e dopo l’attività fisica.
L’attività
fisica di tipo aerobico, se ripetuta con cadenza regolare, permette la
riduzione del grasso viscerale e sottocutaneo, migliora la capacità polmonare,
senza determinare nessuna variazione sulla forza muscolare massimale. Tale
forza massimale risulta, invece, diminuita in soggetti sedentari. Per un
effetto altamente specifico sul dimagrimento si richiede un allenamento
moderato, 65-75% FCmax, mentre per un miglioramento delle funzioni
cardiopolmonari un allenamento di maggiore intensità, circa 80% FCmax 15.
Viene
consigliato lo svolgimento di un’attività fisica, prevalentemente aerobica,
almeno 3 volte a settimana per il suo effetto, seppure temporaneo, sulla
sensibilità periferica all’insulina. Tale effetto risulta incrementato qualora
si verifica un calo ponderale, anche del solo 5-10% del peso corporeo 16.
Un
esercizio fisico di endurance, oltre ad aumentare i mitocondri, incrementa
anche i trasportatori GLUT-4 grazie all’espressione di fattori di trascrizione mitocondriali
A (TFAM), così da migliorare l’uptake del glucosio e l’ossidazione dei
substrati compresi gli acidi grassi 17.
Anche
gli esercizi di resistenza possono essere svolti da soggetti affetti da
diabete, importante è non arrivare in una condizione di elevata anaerobiosi,
così da incrementare la massa magra metabolicamente attiva. In questo modo si
può incrementare la perdita di peso, mantenendo integra la massa magra o nei
migliori casi migliorare la forza massimale.
Questa
tipologia di allenamento è molto utile per migliorare l’utilizzo del glucosio
da parte delle cellule periferiche, oltre a determinare un incremento del
metabolismo basale e dell’adiponectina 18.
Nel diabete
mellito di tipo 2, come è noto, il difetto centrale è dato dall'insulino-resistenza
periferica che determina dapprima iperinsulinemia compensatoria e
successivamente insulinodeficienza relativa e iperglicemia. Ogni singola seduta
di esercizio fisico diminuisce la glicemia per l'aumento del consumo muscolare
di glucosio e protraendo l'esercizio nel tempo si riduce l'insulino-resistenza,
attraverso una maggiore espressione sulla superficie cellulare dei
trasportatori del glucosio GLUT-4. Ciò innesca un circolo virtuoso poiché
riduce a cascata l'iperinsulinemia, la tendenza a depositare grasso a livello
addominale con un miglioramento del rapporto vita/fianchi, la produzione
epatica di glucosio con ulteriore miglioramento della glicemia specie a
digiuno. Per i motivi
suddetti un esercizio fisico anche moderato è da considerarsi una terapia in
grado di modificare positivamente il meccanismo patogenetico della malattia.
Numerosi studi su soggetti con intolleranza al glucosio e diabetici hanno
mostrato che un esercizio fisico regolare migliora la tolleranza al glucosio in
più del 50% dei soggetti, mentre un’altra ricerca ha evidenziato un
miglioramento dell'emoglobina glicosilata e una riduzione del fabbisogno di
ipoglicemizzanti orali. L’attività fisica aerobica riduce HbA1C e migliora la
tolleranza al glucosio, ma i favorevoli benefici dell'attività fisica
scompaiono 72 ore dopo l'ultimo esercizio fisico per cui una regolare attività
motoria è raccomandata per mantenere i positivi effetti sul metabolismo
glucidico.
L’attività
fisica lieve-moderata determina una riduzione della glicemia che è
proporzionale alla durata e all'intensità dell'attività fisica e modifica
fortemente il livello glicemico precedente l'attività motoria nel lungo
termine. Pertanto è raccomandata per ridurre la glicemia nel diabete di tipo 2.
In
contrasto, un’attività fisica di alta intensità molto frequentemente aumenta la
glicemia nei diabetici di tipo 2 obesi iperinsulinemici, e rimane elevata per
circa 1 ora dopo l'attività motoria per l'aumento dei livelli degli ormoni
controregolatori.
La captazione del glucosio insulino-mediata che avviene soprattutto nel muscolo scheletrico è direttamente correlata alla massa muscolare e inversamente correlata al grasso viscerale. L' aumentata sensitività persiste per circa 12-24 ore dopo l'attività fisica 19.
La captazione del glucosio insulino-mediata che avviene soprattutto nel muscolo scheletrico è direttamente correlata alla massa muscolare e inversamente correlata al grasso viscerale. L' aumentata sensitività persiste per circa 12-24 ore dopo l'attività fisica 19.
Nel caso di
soggetti in terapia con insulina è necessario un maggiore controllo e una
maggiore conoscenza del meccanismo alla base del metabolismo glucidico durante
l’attività fisica.
Il corretto comportamento, per evitare
il rischio di ipoglicemie, sarà di fornire all'organismo l'apporto di glucosio
necessario ad affrontare lo sforzo fisico a cui si va incontro.
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