Bambini e Sport

Spesso mi vengono poste le seguenti domande “Quale sport è più completo per mio figlio?”oppure “Mio figlio quando può iniziare a fare attività fiisica?”.

Tutti si rispondono da soli “ Il nuoto”, ma in realtà non esiste uno sport veramente completo in assoluto, in quanto ogni attività fisica promuove certe caratteristiche a discapito di altre.
Se analizziamo il nuoto, esso non permette di acquisire l’abilità di coordinare il corpo rispetto allo spazio circostante, la capacità di saltare, correre o lanciare oggetti e la capacità di socializzare e di lavorare insieme agli altri per un obiettivo comune.

Perché è bene stimolare i bambini a fare movimento?Quale sport scegliere?
Bisogna premettere che nella fascia di età 3-6 anni si registra una sorta di “memoria fisica”, che influenza lo stile di vita in futuro, quindi è fondamentale stimolare il movimento in modo allegro fin dai primi anni.
I bambini mostrano una istintiva voglia di muoversi, mentre i genitori hanno il desiderio di scegliere il tipo di attività secondo i loro gusti e/o comodità organizzative. Ma, non bisogna dimenticarsi che il bambino deve vedere lo sport come gioco, divertimento, soprattutto nei primi anni di vita.
La maggioranza dei centri sportivi accolgono i piccoli dall’età di 4-5 anni, mentre ci sono corsi acquatici riservati ai bimbi più piccoli accompagnati dai propri genitori.
A questa età si manifestano forti motivazioni allo sport, e nasce la passione per l’attività motoria impostata sotto forma di gioco e divertimento. Infatti, molto importante è che l’attività venga prospettata, sia da parte dei genitori che degli insegnanti come un qualcosa di divertente, che “è bello fare” , onde evitare sintomi di psicopatologie dell’atleta, a dimostrazione che lo sport, in certi suoi eccessi, non fa sempre bene, quali, ad esempio, la sindrome da paura dell’insuccesso.
Un bambino deve pensare a divertirsi, non a diventare un campione!

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea come una giusta dose di attività fisica nell’età della crescita contribuisca allo sviluppo di tessuti muscoloscheletrici (ossa, muscoli, legamenti), del sistema cardiovascolare (cuore, polmoni) ed endocrino-metabolico. Inoltre, favorisce la coordinazione e la capacità di controllo dei movimenti e facilita il mantenimento del peso ideale.
Secondo le Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di migliorare le condizioni cardiorespiratorie, scheletriche e muscolari dei bambini e ragazzi e i loro indicatori di salute metabolici e cardiovascolari:
  • occorrono almeno 60 minuti di attività fisica al giorno, di intensità da moderata a elevata
  • superata l’ora giornaliera di esercizio fisico, l’organismo ne trarrà vantaggi in termini di benessere e salute
  • l’esercizio fisico da preferire è quello di tipo aerobico (quello che aumenta cioè la richiesta di ossigeno da parte dell’organismo), oltre ad attività di elevata intensità che possono essere praticate 3 volte a settimana, incluse quelle che rafforzano muscoli e ossa (che possono essere svolte nell’ambito di giochi come corsa e salto).
Ecco qui una lista di varie discipline sportive che possono scegliere i piccoli atleti:

Calcio: si corre e si salta, ci si coordina con gli altri e nello spazio. Rispetto agli altri ha il limite di non interessare in modo massiccio l’uso di mani e braccia.

Nuoto: praticato a queste età offre il vantaggio di fare apprendere la cosiddetta “acquaticità”, cioè la capacità istintiva di muoversi a proprio agio nell’acqua. Per di più il bambino, essendo svestito, sviluppa maggiore consapevolezza del proprio corpo.

Arti marziali: sono attività spesso malviste dai genitori che temono per l’incolumità dei figli. In realtà, se ben gestite, sono discipline utilissime allo sviluppo dei bambini, che lavorano sulla coordinazione, la mobilità articolare, entrano in contatto con la propria aggressività ed imparano a conoscerla.

Atletica leggera: lanciare, correre, saltare, qui si impara quasi tutto quello che il corpo umano può fare.

Ballo e danza: eccezionali per strutturare le attività basilari di moto. Ci si coordina nello spazio e con le altre persone, il tutto imparando a tenere il tempo musicale.



Football e rugby: sport spesso malvisti dai genitori, al pari forse degli sport da combattimento, ma ricchissimi di esperienze motorie. Qui si impara a correre, saltare, lanciare, afferrare, cadere, rotolarsi, coordinarsi con compagni, avversari ed oggetti che si trovano attorno a noi, ma anche sopra di noi. Grinta, spirito di squadra, lavoro di gruppo ma anche esaltazione dell’individualità e necessità di assumersi le proprie responsabilità.

Ginnastica artistica: come il ballo anche qui si impara a fare quasi tutto quello che il corpo umano può fare.



Basket e volley: altre due discipline nelle quali, oltre che correre, saltare e lanciare, il piccolo deve afferrare, guardarsi attorno, prendere decisioni, capire quello che sta accadendo attorno a lui.



Scherma: imparare a praticare la scherma significa apprendere rapidità ma anche capacità di resistenza, gestire i riflessi, l’aggressività, la lucidità mentale, l’autocontrollo.

Non dimentichiamoci che i nostri bimbi devono divertirsi e crescere serenamente la loro infanzia, e quindi bisogna evitare di trasmettere loro i nostri interessi e/o sogni da campione.

I genitori, però, possono far conoscere ai propri figli le varie attività sportive così da fornire loro una maggiore disponibilità di informazioni per poter scegliere il modo di divertirsi. E non possiamo negare la nostra compagnia nei loro giochi!

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